giovedì 17 marzo 2011

Giappone, Ambasciata italiana rinnova invito a lasciare Tokyo


ROMA - L'Ambasciata italiana a Tokyo ha rinnovato oggi l'invito ai cittadini italiani a lasciare Tokyo e le prefetture colpite dal terremoto/tsunami che ha devastato il nordest del Giappone, in seguito alle notizie preoccupanti sull'allarme nucleare in corso nella centrale Fukushima-1.In un bollettino pubblicato oggi sul sito internet della sede diplomatica, c'è scritto che "l'Ambasciata rinnova vivamente l'invito ai connazionali di allontanarsi dalle quattro prefetture colpite dallo Tsunami , dalle prefetture a nord della capitale e dalla stessa capitale".La sede diplomatica, inoltre, rinnova la richiesta di "far urgentemente pervenire via e-mail, agli indirizzi e-mail consular.tokyo@esteri.it e ambasciata. tokyo@esteri.it , i nominativi dei membri del nucleo familiare che sno già partiti nonché di avvertire, sempre via e-mail agli stessi indirizzi, nel momento in cui si lascerà il paese". Prega inoltree di segnalare "presenze di italiani temporaneamente presenti e quindi non registrati in ambasciata, se possibile fornendo il loro indirizzo mail".
Un drastico programma di riduzione dei consumi elettrici è partito immediatamente dopo il terremoto di venerdì in Giappone e durerà settimane, se non mesi, coinvolgendo tutta la popolazione del Nord, fino a Shizuoka, 200 chilometri a Sud di Tokyo. Sul fronte industriale, i blackout programmati coinvolgono soprattutto l'industria automobilistica (Toyota, Nissan e Honda hanno chiuso gli stabilimenti) e informatica (Panasonic, Sony e Toshiba sono ferme), ma anche le altre.
Difficile dire quanto durerà il blocco. Con 11 reattori fermi su 54, di cui alcuni talmente danneggiati da dover chiudere per sempre, è chiaro che ci vorrà tempo per tornare alla normalità.
Il Giappone, con 279 gigawatt di potenza installata, è il terzo consumatore di elettricità al mondo, dopo gli Usa e la Cina, ma è un Paese povero di risorse naturali e soddisfa un quarto della sua domanda elettrica attraverso il nucleare. Con 54 reattori, per complessivi 49 gigawatt, è la terza potenza mondiale nel nucleare civile, dopo gli Stati Uniti e la Francia. Sul fronte dei combustibili fossili, è il terzo consumatore di petrolio, dopo gli Stati Uniti e la Cina, e il secondo importatore netto, ma solo il 10% del suo sistema elettrico va a olio combustibile. E' il primo importatore mondiale di gas naturale liquefatto (Lng) e di carbone, con cui manda avanti oltre metà del suo sistema elettrico. Il rimanente 10% è coperto dall'idroelettrico e da altre fonti rinnovabili.
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Ma il terremoto e lo tsunami di venerdì scorso non hanno abbattuto solo una parte del sistema nucleare: hanno anche travolto una grande diga, il cui crollo ha spazzato via 1800 case a valle, che supportava una centrale idroelettrica da 300 megawatt. Per fortuna la parte principale delle risorse idroelettriche giapponesi è localizzata al Centro-Sud del Paese, altrimenti le conseguenze sarebbero state ancora più devastanti. E' stata chiusa anche la centrale elettrica di Kashima, con oltre 4 gigawatt installati una delle più grandi centrali ad olio combustibile del mondo. E hanno dovuto fermarsi cinque raffinerie, con una capacità complessiva di 1,2 milioni di barili di greggio al giorno. In complesso, si calcola che manchi all'appello circa un quarto del fabbisogno elettrico nazionale.
Sono ancora attivi, invece, i terminali di rigassificazione, per cui il Giappone sta aumentando l'import di gas naturale liquefatto per compensare i blocchi dei reattori nucleari con le centrali a gas. Gazprom ha già promesso una fornitura extra di 200mila tonnellate di gas naturale liquefatto e altre forniture sono in arrivo dai mercati europei.
Elena Comelli
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Giappone in ginocchio. Oltre 20mila i morti
Giappone - Salgono ad oltre 20mila le probabili vittime del disastro che ha colpito il paese del Sol Levante. Terremoto e Tsunami hanno messo in ginocchio alcune prefetture del nord. Intere cittadine sono state rase al suolo dalle scosse e distrutte dall'ondata di tsunami che è penetrata per chilometri dell'interno, distruggendo ogni cosa.
L'esercito e le squadre di emergenza, arrivate da ogni parte del Mondo, stanno ancora cercando disperatamente dei superstiti ma la marea di fango che ha sommerso tutto non lascia speranze a chi è rimasto intrappolato sotto le macerie.
La conta dei morti, secondo le autorità locali, potrebbe superare le 20mila unità.
La gravità della situazione è stata evidente nella sua drammaticità, più per una breve apparizione dell'Imperatore (mai apparso prima in tv) che per le migliaia di video che sono disponibili sulla rete di Internet.

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