giovedì 28 aprile 2011

Regione, “Inattuata la soppressione degli enti strumentali” – È quanto è emerso dalla relazione della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti


                                                   
28 aprile, 2011 

Regione, “Inattuata la soppressione degli enti strumentali” – È quanto è emerso dalla relazione della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti

CATANZARO – Lungaggini burocratiche, assoluta mancanza di una programmazione completa e puntuale, disattenzioni nell’attuazione delle normative. È il quadro emerso dalla relazione della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti sullo stato di attuazione della legge per la soppressione e la liquidazione degli enti strumentali della Regione. Carrozzoni inutili, spesso dannosi per l’economia calabrese, è stato evidenziato, che restano attivi o non ancora completamente cessati nella loro attività.
Il magistrato relatore, Giuseppe Ginestra, ha formulato i risultati della ricerca della magistratura contabile che si è concentrata su Arssa, Afor e sulle Ardis di Catanzaro e Reggio Calabria, soppresse con legge regionale numero 9 del 2007.
La magistratura contabile ha evidenziato che “la Regione ha lasciato completamente insoddisfatte le esigenze di riforma strutturale del comparto e di razionalizzazione della spesa pubblica”. E questo perchè, è scritto nella relazione, “restano tuttora sul campo, a mano a mano sempre più aggravate ed aggravandosi, le rilevanti distorsioni operative ed organizzative determinatesi in conseguenza della metodologia estemporanea adottata nel processo di inattuata liquidazione di Afor e Arssa”.
È un’analisi molto critica, dunque, quella redatta dalla Corte dei Conti, che ha ricordato come “le ripetute proroghe in questi quattro anni, concesse, pedissequamente di sei mesi in sei mesi, ai vari commissari liquidatori di Afor e Arssa, hanno accresciuto lo stato generale di confusione e incertezza, generato anche dall’assenza totale di strategie finalizzate a garantire indispensabili momenti di coordinamento e di indirizzo”.
Un meccanismo bocciato, dunque, dalla magistratura contabile che ha evidenziato come l’unico ente di cui è stata avviata la liquidazione è l’Ardis di Reggio Calabria, mentre per quello di Catanzaro è stata ripresa “la carenza di sinergia tra due sistemi istituzionali, l’Università “Magna Graecia” e la Regione”.
Dal punto di vista strettamente economico e finanziario, la relazione ha evidenziato che l’ente regionale ha erogato, complessivamente, ai quattro enti in liquidazione per il periodo 2005/2009 la somma di oltre 1.140 miliardi di euro. A questo importo si sommano altri contributi statali ed entrate proprie, per un totale di oltre 1.568 miliardi, mentre le spese complessive ammontano a 1.581 miliardi.
Questa fase di mancata applicazione della legge e le incertezze che da questo deriva, ha fatto in modo, è scritto nella relazione, che l’Afor non abbia nemmeno trasmesso i propri bilanci dal 2007 ad oggi al dipartimento regionale Bilancio e programmazione, con i rendiconti dell’Afor non sono mai stati approvati dalla Giunta regionale per come previsto dalla legge.
Per quanto concerne l’Arssa, situazione analoga riguarda la mancata approvazione dei rendiconti da parte della Regione, mentre nel 2008 è stata istituita una commissione congiunta che è ancora al lavoro per verificare tutte le condizioni dei bilanci. In questo contesto, il magistrato relatore ha dichiarato che “non si hanno elementi per ritenere che la Regione si sia posta il problema della confusa e contraddittoria situazione, dalla quale emerge la grave carenza di guida gestionale e coordinamento elementare”.
Rispetto alle Ardis, la situazione più “eccentrica”, come l’ha definita Ginestra, è quella della struttura di Catanzaro che “legislativamente soppressa fin dal 2007, di fatto – è scritto nella relazione – non è mai stata posta in liquidazione, in quanto non è mai stata resa possibile la sottoscrizione dell’apposita convenzione tra l’Università “Magna Graecia” e la Regione”.
Così, alla guida dell’Ardis di Catanzaro c’è un commissario straordinario nominato il 22 gennaio 2007, con un Collegio dei Revisori dei conti che risale al 2004, quindi di fatto scaduto nel suo mandato. In questo contesto, è stata affermata l’assoluta carenza delle residenze universitarie, la cui realizzazione, secondo la Corte dei Conti, è segnata da “lungaggini burocratici, ritardi cronici, inadeguatezza di capacità di cooperazione interistituzionale”.
Inoltre, è stato rilevato che “i rendiconti dell’Ardis di Catanzaro non sono mai stati oggetto di approvazione da parte dei competenti organi regionali. Tutto ciò – scrive il magistrato relatore – si riverbera a danno della popolazione studentesca dell’Università Magna Graecia di Catanzaro”.
Diversa la situazione dell’Ardis reggina, per la quale è stata disposta la soppressione e nel 2008 è stato approvato uno schema di intesa tra l’agenzia e l’Università Mediterranea, avviando la fase di liquidazione che è ancora in corso.

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