martedì 31 gennaio 2012

DISCARICHE E STRADE....................

STRADA COSTRUITA CON LA MONNEZZA: BLOCCATO TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI

Categoria: Cronaca      Data: 30/01/2012
 
plastica, amianto e bitume per costruire le corsie a scorrimento veloce, che collegano Vallo di Lauro con l’A30. Arrestate 14 persone, vicine ai Fabbrocino, per realizzazione di discariche non autorizzate e gestione di rifiuti speciali. Sigilli ad aziende per otto milioni di euro.

È in corso una vasta operazione dei carabinieri del gruppo di Castello di Cisterna che stanno dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere traendo in arresto 14 persone e notificando il divieto di dimora ad altri 11 soggetti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere, realizzazione di discariche non autorizzate e gestione illecita di rifiuti speciali nonché di frode in pubbliche forniture, truffa, intestazione fittizia di beni e altro, reati aggravati dall’aver favorito un clan camorristico. Nel mirino dell’inchiesta è finita la strada a scorrimento veloce che deve collegare il Vallo di Lauro con l'A30 Caserta-Salerno, i cui lavori erano affidati a Vallo di Lauro sviluppo spa e Impresa spa, in realtà gestiti da un imprenditore di riferimento del clan Fabbrocino, attraverso società intestate a prestanome.
Nel corso di una conferenza stampa, il procuratore capo reggente Alessandro Pennasilico ha spiegato che l'appalto per la superstrada aveva un valore pari a 4 milioni di euro e prevedeva la realizzazione di 8 chilometri di percorso, per un totale stimato in 3 milioni di metri cubi di materiale. La tecnica è quella già denunciata nel rapporto di Legambiente sulle ecomafie: i rifiuti speciali, come plastica, amianto, bitume, venivano sepolti sotto e all'interno di opere pubbliche da aziende che acquisivano grosse commesse in subappalto. Nell'indagine è stato sequestrato un tratto di superstrada tra Napoli e Avellino con chiare tracce di tali sostanze. Il materiale utilizzato, proveniente da rifiuti di vario genere, aveva un costo originario di 1,10 euro a metro cubo e, dopo vari passaggi, spacciato per terreno vegetale, è stato venduto a 6-7 euro.
Nel tratto di strada sequestrato sono stati rinvenuti anche un ferro da stiro e copertoni. Il materiale utilizzato, proveniente da rifiuti di vario genere, aveva un costo originario di 1,10 euro a metro cubo e, dopo vari passaggi, spacciato per terreno vegetale, è stato venduto a 6-7 euro. "Così realizzata, l'opera, è pericolosa per la salute e per la sicurezza, poiché non è garantita la tenuta della strada", ha spiegato il procuratore. Le società coinvolte utilizzavano diverse cave e sedi, localizzati nelle province di Napoli, Salerno e Caserta. I provvedimenti restrittivi riguardano anche subappaltatori dei lavori.
L'opera viaria insiste sul territorio di Palma Campania, nel nolano, e ha un progetto di sviluppo su 8 chilometri, con lotti già realizzati per 2,2 chilometri. Pertanto i carabinieri della compagnia di Nola, proprio nel corso d’indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, hanno potuto scoprire e sgominare la vasta organizzazione criminale che era dedita al traffico illecito di rifiuti speciali e i cui proventi venivano in parte destinati a un clan operante nelle aree del Nolano e del Vesuviano. Durante l’operazione personale del Centro Operativo DIA di Napoli procederà al sequestro di aziende del valore complessivo stimato 8 milioni di euro e legate ai Fabbrocino. Nel corso dell'inchiesta erano già stati sequestrati beni per altri 17 milioni di euro circa.
(Fonte foto: Rete Internet) 

Autore: CS.AG
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QUESTO SUCCEDE IN CAMPANIA.....E IN CALABRIA??????

domenica 29 gennaio 2012

giovedì 26 gennaio 2012

ELETTROSMOG DA ANTENNE PER CELLULARI

Allarme Antenne: l'elettrosmog conquista le nostre citta'.

        Non montate quell'antenna..........
un anno fa .......
03/02/2011Verona. Alle finestre, gli abitanti hanno appeso uno striscione di protesta. «Speculate sulla salute dei nostri bambini». E la guerra dell'antenna prosegue. Ieri mattina sono tornati camion e gru in vicolo San Giacomo, a pochi passi da piazza Duomo. In realtà l'apparecchio sotto accusa - un'antenna alta circa 4 metri, frutto di un accordo di locazione tra la compagnia telefonica Wind e il collegio Pontenavi - era stata montata sul tetto della residenza universitaria già in agosto. Stavolta gli operai sono intervenuti per completare l'impianto con un grande cilindro metallico (in gergo, «camino»), che dovrebbe servire a mitigare l'impatto visivo provocato dall'antenna. Tanto più che ci si trova dirimpetto alla Cattedrale. Ma su quel ripetitore incombono le ire dei residenti della zona. E anche un esposto da loro presentato in Procura.
«C'è chi dice che le radiazioni non fanno male, chi invece afferma che sono altamente nocive. In ogni caso, la procedura per ottenere l'installazione di quell'antenna ha diversi punti oscuri», affermano l'architetto Giuseppe Gregorelli e l'avvocato Davide Adami, tra i diretti interessati. Affacciate verso l'impianto, a una distanza di pochi metri, ci sono le camerette dei loro figli. Già quest'estate Gregorelli e Adami si erano fatti portavoce del malcontento dei residenti: i lavori, a detta loro, erano iniziati in sordina, senza coinvolgere almeno gli abitanti più prossimi.
«Sull'opera c'è l'ombra di alcune dichiarazioni mendaci fatte dai tecnici responsabili al settore dell'Edilizia privata. Per esempio il progetto iniziale escludeva che, a lavori finiti, il ripetitore fosse visibile da piazza Duomo. Su questa rassicurazione, probabilmente, la Soprintendenza ha dato il via libera per l'installazione in pieno centro storico. Così però non è stato. L'impianto si vede eccome già sui gradini esterni della Cattedrale», spiegano Gregorelli e Adami. «Ma la Soprintendenza non viene a verificare?», si chiedono.
Secondo punto. «Per ottenere il nulla osta, è necessario che i sottotetti degli edifici vicini, ovvero i piani in linea diretta con l'impianto, non siano abitati. E qui deve esserci stata un'altra dichiarazione falsa da parte dei responsabili dell'impianto, perché il mansardato del civico 15 è regolarmente occupato», aggiungono.
«Parlando con gli operatori, abbiamo saputo che probabilmente quest'antenna proviene da piazza Erbe. E poi è stata trasferita qui per qualche motivo che ci sfugge, forse proprio per una protesta dei cittadini. Noi continuiamo la nostra battaglia, confidando nella Procura», dichiarano Gregorelli e Adami. L. CO.
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sabato 21 gennaio 2012

Pericolo Antenne WIND, Diffidato il Comune di Bacoli: Manca la “Valutazione d’Impatto Ambientale”

image C’è chi, in attesa di applausi e interessi, esulta nella speranza di distogliere l’attenzione da temi scottanti e chi, carte e leggi alla mano, tiene ancora alta la tensione su quella che potrebbe rappresentare una vera e propria “bomba ambientale” per i cittadini del centro di Bacoli e di Cappella: l’avvocato Giacomo Perreca diffida il sindaco Ermanno Schiano e l’amministrazione tutta in relazione alla possibile installazione di antenne telefoniche in località “via Cerillo”.
E’ una storia senza una “vera” fine, quella che congiunge il territorio di Bacoli con le inquinanti antenne Wind. Difatti, dopo i proclami circa la bocciatura del progetto inviato dalla Wind alla Commissione Edilizia cittadina, l’avvocato bacolese (interprete del sentimento e della preoccupazione di centinaia di famiglie), ha riscontrato una nuova anomalia nel procedimento relativo alla “questio” in esame.
A mancare è, incredibilmente, ciò che viene riconosciuto con l’acronimo VIA (valutazione dell’impatto ambientale), che doveva essere effettuata da parte della Regione Campania, ma che non è mai avvenuta.
La valutazione di impatto ambientale (VIA) è una procedura amministrativa di supporto per l'autorità decisionale finalizzato a individuare, descrivere e valutare gli impatti ambientali prodotti dell'attuazione di un determinato progetto.La valutazione sulla compatibilità ambientale di un determinato progetto è svolta dalla pubblica amministrazione, che si basa sia sulle informazioni fornite dal proponente del progetto, sia sulla consulenza data da altre strutture della pubblica amministrazione, sia sulla partecipazione della gente e dei gruppi sociali.
In questo contesto con "impatto ambientale" si intende un effetto causato da un evento, un'azione o un comportamento sullo stato di qualità delle componenti ambientali. Gli impatti ambientali mostrano quali modifiche di stato ambientale possono produrre le azioni e le pressioni antropiche. imageNella VIA si cerca quindi di stimare quali sono gli impatti, cioè le modifiche, positive o negative, degli stati ambientali di fatto, indotti dall'attuazione di un determinato progetto.
Tra l’altro un obiettivo importante delle procedure di VIA è quello di favorire la partecipazione della gente nei processi, e quindi, mancando essa, viene a cadere l’inter iter amministrativo e autorizzativo.
Una “vacatio” sostanziale la quale ha spinto il medesimo legale a diffidare istituzioni e tecnici comunali “affinché, in considerazione della illegittimità del procedimento amministrativo instauratosi senza che sia stata attivata ed esaurita la preventiva procedura di VIA, si provveda all’immediata archiviazione del procedimento amministrativo teso al rilascio dell’autorizzazione richiesta dalla Huawei Technologies Italia s.r.l. per conto della S.p.A. Wind Telecomunicazioni per l’installazione di una stazione radio in Bacoli (Na) alla Via Selvatico ed a ridosso di Via Cerillo”.
La Redazione di Freebacoli pertanto, onde meglio comprendere gli sviluppi di una faccenda che oltre ad essere tortuosa mette a rischio la salute delle decine di alunni della scuola Gramsci A, pubblica di seguito l’atto stragiudiziale redatto e protocollato dall’avvocato Giacomo Perreca, annunciando sin da ora che l’intera problematica sarà ancor meglio illustrata alla cittadinanza attraverso un apposito convegno pubblico.

Per saperne di più (Clicca Qui).
Atto stragiudiziale di invito, diffida e costituzione in mora
L’avv. Giacomo Perreca, con studio in Bacoli (Na) alla Via A. De Curtis n. 55, e con residenza in Bacoli (Na) alla Via Cerillo n. 35 – C.F.: PRRGCM55B09A535P, il quale ai sensi di legge indica il numero di fax 081/5236528 e l’indirizzo di posta elettronica certificata giacomoperreca@avvocatinapoli.legalmail.it, con il presente atto,
nel riportarsi integralmente a quanto già dedotto e censurato con il precedente atto stragiudiziale di invito, diffida e costituzione in mora notificato il 01.12.2011, nonché al secondo atto di diffida a firma dei cittadini notificato il 12.12.2011, ed alle successive comunicazione del 13.12.2011,
Premesso che
image  1) Si è di recente appresa la notizia che la Commissione Locale per il paesaggio ha espresso parere negativo al rilascio dell’autorizzazione richiesta dalla Huawei Technologies Italia s.r.l., per conto della S.p.A. Wind Telecomunicazioni, per l’installazione in Bacoli (Na) alla Via Selvatico, di una stazione radio costituita da traliccio, antenne, parabole, e cabinato per la custodia degli impianti;
2) Ciononostante, il Responsabile del procedimento, Geom. Giovanni Guardascione, rendeva noto che il procedimento amministrativo sarebbe ugualmente proseguito con l’invio del carteggio alla Soprintendenza dei Beni Paesaggistici per il parere vincolante ai fini del rilascio della richiesta autorizzazione paesaggistica;
3) Consolidata giurisprudenza amministrativa ha in più occasioni, analoghe al caso di specie, sottolineato la necessità, in tema di richiesta di autorizzazione da parte di società di telecomunicazioni finalizzate all’installazione di una stazione radio, di procedere preventivamente alla c.d. VIA – valutazione dell’impatto ambientale da parte della Regione;
Il Consiglio di Stato con sentenza n. 3960 del 28.7.00 ha operato un netto distinguo tra la procedura di valutazione dell’impatto ambientale ed il procedimento di compatibilità della infrastruttura di cui è richiesta l’autorizzazione con le norme relative ai rischi sanitari per la popolazione; in particolar modo, il supremo consesso ha sancito l’autonomia del procedimento di VIA rispetto ad ogni altra valutazione concernente l’incidenza della infrastruttura sulla salute pubblica e di competenza delle Asl; riportando testualmente quanto sancito dal Consiglio di Stato nella su citata statuizione si evidenzia che: “che il precetto del comma 2 dell’art. 2 bis del D.L. 115/97 convertito nella L. 189/97 che prevede per l’installazione di infrastrutture opportune procedure di impatto ambientale, è autonomo da quello di cui al comma 1, attinente alla compatibilità con le norme relative ai rischi sanitari per la popolazione, cui non può essere ridotto; che la valutazione di impatto ambientale è una locuzione tecnico – giuridico di significato univoco, designante un procedimento presupposto a quello di rilascio della concessione edilizia…..”;
4) Il procedimento di VIA ha la finalità di garantire una corretta gestione del territorio ed in quanto tale rientra nella materia urbanistica e si distingue nettamente, secondo quanto anche statuito dal Consiglio di Stato, dalla procedura di stima della compatibilità dei campi elettromagnetici con i valori limite di esposizione della popolazione, operata dalla Asl;
image 5) A tale conclusione si perviene considerando, oltre alla diversa collocazione dei due procedimenti nell’ambito del dato normativo, anche in ragione della circostanza che è ontologicamente diversa la valutazione dell’impatto ambientale rispetto alla previsione della compatibilità elettromagnetica delle onde con la salute pubblica, in quanto, a ben vedere, la tutela dell’ambiente, pur avendo, il fine ultimo della difesa dell’individuo, non si esaurisce con la mera soppressione degli effetti nocivi diretti, giacché essa è volta a garantire il benessere della popolazione anche attraverso la salvaguardia del territorio;
6) Il decreto lgs n. 152/2006, nel recepire le direttive comunitarie finalizzate alla prevenzione e riduzione dell’inquinamento e nel riorganizzare in maniera unitaria la legislazione ambientale vigente in Italia, ha prescritto all’art. 4 comma 4 e 5 che “la valutazione di impatto ambientale riguarda i progetti ed interventi che, per la loro natura o dimensione, possano avere un impatto importante sull’ambiente ed è preordinata a garantire che gli effetti derivanti dalla realizzazione ed esercizio di dette opere ed interventi sull’ecosistema siano presi in considerazione durante la loro progettazione e prima dell’approvazione o autorizzazione dei relativi progetti, e comunque prima della loro realizzazione. La procedura per la valutazione dell’impatto ambientale costituisce, per i progetti di opere ed interventi ad essa sottoposti, presupposto o parte integrante del procedimento ordinario di autorizzazione o approvazione. I provvedimenti di autorizzazione o approvazione adottati senza la previa valutazione di impatto ambientale, ove prescritta, sono nulli.”
Tutto ciò premesso, il sottoscritto,
INVITA, DIFFIDA E COSTITUISCE IN MORA
image 1) Il COMUNE DI BACOLI, in persona del Sindaco p.t., dott. Ermanno Schiano, elett.te dom.to presso la CASA COMUNALE alla VIA LUNGOLAGO n. 6- 80070 BACOLI (NA);
2) Il Geom. GIOVANNI GUARDASCIONE, quale responsabile del procedimento amministrativo instauratosi a seguito della su citata richiesta inoltrata dalla Huawei Technologies Italia s.r.l. per conto della S.p.A. Wind Telecomunicazioni, elett.te dom.to presso L’UFFICIO TECNICO – EDILIZIA PRIVATA DEL COMUNE DI BACOLI, presso la CASA COMUNALE – BACOLI (NA),
affinché, in considerazione della illegittimità del procedimento amministrativo instauratosi senza che sia stata attivata ed esaurita la preventiva procedura di VIA, si provveda all’immediata archiviazione del procedimento amministrativo teso al rilascio dell’autorizzazione richiesta dalla Huawei Technologies Italia s.r.l. per conto della S.p.A. Wind Telecomunicazioni per l’installazione di una stazione radio in Bacoli (Na) alla Via Selvatico ed a ridosso di Via Cerillo.
Con avviso che in mancanza di Vs. adempimento, si adira l’Autorità Giudiziaria anche in sede penale.

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ELETTROSMOG DA ANTENNE PER CELLULARI – l’inquinamento diffuso invisibile di cui non si parla (perché tutti ci sentiamo colpevoli) e la necessità di porre dei limiti – la DEREGULATION NELL’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO approvata ora

Si intende con "ELETTROSMOG" l'inquinamento elettromagnetico da radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti, in altre parole quelle emesse da: da emittenti radiofoniche, cavi elettrici percorsi da corrente alternata di forte intensità (ad es. gli elettrodotti della rete di distribuzione), radio-onde per telefoni cellulari, telefoni cellulari e Wi-Fi (Wireless Fidelity) ovvero i dispositivi che possono collegarsi a reti locali (telefonia, Internet, ecc.), per mezzo di radio-onde
   Una norma contenuta nel “decreto sviluppo” approvato dal Governo nello scorso ottobre innalza del 70% i limiti degli impianti di telefonia mobile e del 30 per quelli di radio e tv. Sarà così possibile navigare in Internet con il proprio smartphone, e questo porterà a una “necessaria invasione” di nuove antenne (pare verranno installati 15-20.000 nuovi impianti nei prossimi due anni). Ma a quale rischio? Arpa (l’Agenzia per l’Ambiente) e Ispra (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) hanno reagito negativamente a questo provvedimento mettendo in rilievo come da più parti (nella ricerca scientifica internazionale) si parli di possibile cancerogenicità delle radiazioni emesse dalle “antenne-ripetitori”.
   Il problema dell’elettromagnetismo e dell’inquinamento “invisibile”, “inodore”, che si subisce dalle radiazioni elettromagnetiche (particolarmente grave è che i più danneggiati, a rischio tumori, si dica siano i bambini…), questa problematica viene coscientemente “dimenticata” da tutti, anche dai più sensibili di noi ai temi ambientali, perché tutti siamo consumatori di questa tecnologia (cioè usiamo il cellulare).
   Già adesso le città (inteso anche come “insieme urbano diffuso”) della nostra penisola italica pullulano di antenne. Dovuto anche a condizioni geomorfologiche di ostacolo alla diffusione delle onde radianti (colline e montagne che fanno da scudo, da ostacolo…). E dovuto pure, questa diffusione, da un sistema competitivo tra compagnie che, se in questi anni esse hanno abbassato i costi (ma non ne siamo sicuri…), dall’altra ha portato al diffondersi delle antenne di telefonia mobile in modo abnorme. E da adesso sarà molto di più…
   Invitandovi a leggere gli articoli che seguono che tracciano i nuovi scenari di diffusione di antenne cellulari nei prossimi due anni (come dicevamo, c’è il concreto rischio che 15-20.000 antenne siano installate), ci chiediamo se non sia il caso di trovare soluzioni più confacenti.
   Se quattro sono le compagnie telefoniche (Tim, Vodafone, Wind e 3 Italia) che hanno vinto, circa un mese fa, l’asta per le licenze 4g (quarta generazione), cioè la nuova frequenza per i telefoni cellulari (per navigare velocemente in internet con i cellulari e altri strumenti…), ebbene ci si chiede se non possono essere previsti seri limiti alla proliferazione di antenne. Attivandosi ad esempio per incentivare (fare pressione) per accordi tra le compagnie telefoniche per “antenne comuni” tra di loro (collocate in luoghi il più strategicamente lontani dalle abitazioni, zone difficili da trovare ma non impossibile…), affinché si possa governare il fenomeno di proliferazione delle antenne.
   Noi riteniamo che su questa linea (di ricerca di accordi per “antenne comuni” tra le compagnie telefoniche) si debbano muovere le Amministrazioni Comunali e tutte le autorità preposte (come l’Arpa); e possa essere motivo di mobilitazione propositiva per i Comitati di cittadini giustamente preoccupati di dover trovarsi con il problema di un’antenna vicino casa… (anche se vien da pensare che già nella gara, nell’asta pubblica, una norma generale originaria di limitazione delle antenne attraverso accordi tra i vincitori poteva essere prevista). Anche pensiamo che non sia una buona idea l’introduzione massiccia del wi-fi, cioè della diffusione, pur gratuita, di internet “via antenna” in città, specie dove ci sono scuole con bambini (meglio la banda larga via cavo).
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FAR WEST CELLULARI “VENTIMILA ANTENNE IN ARRIVO NELLE CITTA’”
di Giuliano Foschini, da “la Repubblica” del 8/11/2011
- Blitz del governo sull`elettrosmog: quasi tolti i limiti –
   In Italia tra qualche mese si potrà navigare sempre più veloce con i telefonini. Ma potrebbe essere più facile ammalarsi di cancro. A denunciarlo sono i presidenti di tutte le Arpa (Agenzie regionali per l`ambiente) e l`Ispra (l`Istituto superiore per la ricerca ambientale) con due documenti durissimi recapitati nei giorni scorsi al governo. Nel decreto sviluppo dell`ottobre scorso l`esecutivo ha modificato la legge sull`elettromagnetismo, arrivando a innalzare fino al 70 per cento gli attuali limiti per gli impianti di telefonia mobile.
   Con la nuova normativa i valori di attenzione (in Italia il limite è di 6 volt per metro) sono da considerare soltanto all`interno degli edifici. «In questa maniera – spiega Giorgio Assennato, presidente dell`Assoarpa, l`associazione delle Arpa italiane – se ne esclude l`applicabilità su tutte le aree di pertinenza esterne delle abitazioni, come i balconi, terrazzi, giardini e cortili».
   Questo può comportare un`invasione di antenne, tanto che gli esperti ritengono che nel giro di due anni verranno montati dai 15mila ai 20mila nuovi impianti. La nuova norma cambia anche gli obiettivi di qualità: verrà valutata una media statistica giornaliera mentre ieri si prendevano a campione i sei minuti a massima potenza.
   «Poiché di notte la potenza è notevolmente ridotta – dice Assennato – la nuova disposizione permette che la popolazione nelle ore diurne possa essere esposta a valori di campo di gran lunga superiori a quelli dell`attuale normativa». Secondo una simulazione compiuta dalle stesse Arpa, i valori saranno aumentati del 30 per cento per gli impianti radio-tv e del 70 per gli impianti di telefonia mobile.
   Ma perché questa variazione? I tecnici hanno fatto notare come in Italia esistano i limiti più rigidi d`Europa (6 volt per metro concessi contro una media Ue di 40). All`orizzonte c`è soprattutto la necessità da parte delle compagnie telefoniche di adeguarsi alla tecnologia 4G, con l`installazione delle nuove antenne Lte (Long term evolution).
   Tim, Vodafone e Wind hanno già investito 1,5 miliardi a testa sul nuovo network e secondo alcuni con la vecchia legislazione avrebbero avuto troppi problemi. «Ci troviamo però di fronte a una svendita della salute agli operatori di telefonia mobile» denunciano le associazioni ambientaliste.
   Non sono i soli. A esprimere un parere fortemente contrario al provvedimento, prima della sua approvazione, è stata anche l`Ispra che con una nota a firma dell`ingegner Salvatore Curcuruto parla di «un deciso passo indietro rispetto a quanto stabilito dalla vecchia legge che contribuirebbe ad alimentare il clima di sfiducia dei cittadini nei riguardi delle istituzioni. Il decreto rischierebbe, infatti, di riportare il paese indietro di dieci anni, in una situazione di conflitti sociali che allo stato attuale delle cose sembrava ampiamente superata grazie all`attività di controllo, informazione al cittadino e trasparenza dell`azione amministrativa».
   L`Ispra fa riferimento anche al rischio cancro. «Lo Iarc (International agencyfor research ori cancer) – scrive l`istituto al governo – ha reso noto di aver classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come “possibilmente cancerogeni per l`uomo”». Ma soprattutto lo stesso istituto ritiene che non ci fosse bisogno di cambiare la legge per adeguarsi alle nuove tecnologie.
   «La motivazione alla base della proposta di modifica delle norme vigenti – precisano i tecnici – e cioè la necessità di agevolare la realizzazione dei sistemi di quarta generazione (Lte) non ha fondamento perché allo stato attuale in Italia le situazioni che potrebbero presentare eventuali criticità di installazione sono numericamente estremamente contenute e non esprime il reale obiettivo dei gestori». Forse. (Giuliano Foschini)
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I CELLULARI PROVOCANO IL CANCRO?
da “il Sole 24ore” del 31/5/2011
   Utilizzare i cellulari potrebbe aumentare il rischio di sviluppare alcune forme di tumore al cervello e chi ne fa uso dovrebbe prendere in considerazione metodi per ridurre l’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche che emettono. L’Organizzazione mondiale della sanità fa marcia indietro, dopo avere dichiarato per anni che non esistevano prove che i campi elettromagnetici a radiofrequenza potessero aumentare il rischio di tumori.
   In una conferenza stampa convocata a Lione presso l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (www.iarc.fr) l’Oms si è fatta portavoce del “cambio di classificazione” deciso dallo Iarc. Dopo che un gruppo di lavoro di 31 ricercatori di 14 paesi ha esaminato per una settimana le prove portate da tutti gli studi scientifici disponibili, l’agenzia Onu ha deciso di classificare i campi magnetici a radiofrequenza – che comprendono le radiazioni elettromagnetiche generate da telefoni cellulari, ma anche quelle emesse da radar e microonde, radio e televisioni – come “forse cancerogene”.
   La classificazione dello Iarc suddivide gli agenti in 5 categorie, “cancerogeno“, “probabilmente cancerogeno“, “forse cancerogeno” (quando vi sono prove limitate che vi possa essere un maggiore rischio di cancro sia in studi sull’uomo sia negli animali), “non classificabile” (in genere per assenza di prove), “probabilmente non cancerogeno“.
   In particolare il direttore dello Iarc e gli altri esperti presenti alla conferenza stampa hanno detto che il cambio di classificazione, cui sono giunti quasi all’unanimità, è basato su studi epidemiologici e su animali, e soprattutto sui due più grandi studi epidemiologici condotti nell’ultimo decennio che hanno mostrato che chi usa i telefoni cellulari – cinque miliardi di persone nel mondo – può avere un maggiore rischio di sviluppare il glioma, un cancro del cervello. Una di queste ricerche ha preso in esame 13mila utilizzatori di telefonini per oltre 10 anni.
   Un limite degli studi epidemiologici presi in considerazione, è che questi perlopiù si riferiscono a osservazioni che risalgono al massimo al 2004. Da allora le tecnologie sono cambiate, c’è stata un’attenzione a ridurre le emissioni, ma è anche cambiato il modo di usare i telefoni, che si sono molto diffusi anche tra bambini e adolescenti. Senza considerare l’introduzione massiccia del wi-fi.
   Alle domande dei giornalisti, i ricercatori hanno precisato che non sono in grado di fornire una quantificazione di questo rischio perché servono ulteriori indagini, né di formulare indicazioni per i governi, perché non è compito loro. Hanno però sottolineato come paesi come la Francia abbiano già sviluppato delle linee guida per ridurre l’esposizione a tali radiazioni.
   Gli esperti hanno anche affermato di non avere a disposizione gli strumenti per dare suggerimenti agli utenti su come proteggersi, ma che l’esposizione si riduce stando meno tempo al telefono, usando l’auricolare o mandando sms invece di chiamare.
   A chi chiedeva se anche i ripetitori posti sui tetti delle case o su antenne presentassero rischi, i ricercatori hanno risposto che pure questi apparecchi emettono le onde ora classificate come «forse cancerogeniche», ma che l’esposizione che producono sarebbe di cinque ordini di grandezza inferiore rispetto all’uso di un telefono portatile (un’informazione piuttosto vaga, perché uno dei fattori da tenere in considerazione è la distanza da essi).
   Il meccanismo di cancerogenicità non è ancora noto: non trattandosi di radiazioni ionizzanti – hanno spiegato – non può essere dovuto a rotture di atomi o molecole, ma ci sarebbero prove iniziali di citotossicità. In generale gli scienziati hanno sottolineato come vi siano ancora molti elementi da valutare e molte incertezze, e come sia perciò necessario proseguire con la ricerca per giungere a una maggiore chiarezza.
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ELETTROSMOG, LIMITI PIÙ ALTI PER I CELLULARI
di Valerio Ceva Grimaldi da TERRA (quotidiano ecologista) del 1/11/2011
- Nella bozza del decreto Sviluppo il governo eleva la soglia di legge per l’inquinamento elettromagnetico. E cambia le modalità di misurazione. La nuova tecnologia 4g porterà una nuova ondata di antenne. L’oncologo: «Osservare sempre il principio di precauzione» -
   Con l’asta per le licenze 4g, la frequenza di nuova generazione per i telefoni cellulari conclusasi appena un mese fa, lo Stato ha incassato 3.950 milioni di euro. Il livello minimo che il ministero dell’Economia aveva previsto nella legge di Stabilità era di 2,4 miliardi.
   A breve gli utenti potranno usufruire di una rete più veloce con telefonini e palmari di ultima generazione: con il 4g potranno vedere ancora più fluidamente video, fare acquisti online e sfruttare tante altre innovazioni. Intanto, lo Stato ha incassato di più di quanto aveva previsto. Che in tempi di magra non è affatto male.
   Tutto bene, dunque. Ma a ben guardare un problema c’è. I comitati contro l’elettrosmog se ne stanno già occupando, ma i grandi media non l’hanno ancora raccontato. Tecnologia più potente significa segnale più forte: le compagnie telefoniche, quindi, hanno bisogno di potenziare la rete e il segnale. Sono previsti investimenti per decine di milioni di euro.
Bisogna installare nuove antenne per questa nuova tecnologia: il rischio, però, è che i limiti di inquinamento elettromagnetico possano essere superati. E così il governo prepara un “regalo” ai gestori telefonici: nella bozza del decreto in discussione è inserita una diversa valutazione dei limiti di legge previsti dal decreto del 2003 (6 Volt/metro) che vuole allargare le maglie del “limite di attenzione”, previsto per i luoghi ove la permanenza umana è superiore a 4 ore giornaliere, escludendo balconi, terrazzi e spazi aperti condominiali, per i quali il nuovo limite è fissato in 20 Volt/metro.
   Così i gestori telefonici potranno anche risparmiare, accumulando più antenne su uno stesso traliccio (all’aperto), struttura che ora sarà sottoposta a limiti di emissione meno rigidi. «Con valori così elevati consentiti nelle pertinenze, all’interno degli edifici abitati si avrebbe come conseguenza un consistente aumento delle radiazioni», denunciano i comitati della rete No elettrosmog di Roma, che hanno inviato una lettera a tutti i deputati per chiedere un intervento «a tutela del principio di precauzione».
   Ma non basta: nel decreto è indicata anche una nuova modalità di rilevazione dei campi elettromagnetici. Il “limite di sicurezza” non avrà più misurazioni medie calcolate in un arco di tempo di sei minuti come adesso, ma sarà il risultato d’una media calcolata sulle 24 ore. I livelli più alti riscontrati nelle ore diurne, dove saranno possibili picchi più elevati di quelli attuali, verranno così compensati da quelli più bassi della notte, quando molti telefonini sono spenti e le stazioni radio base abbassano la potenza irradiata. Scorrendo la bozza del decreto, ci si imbatte poi nella previsione secondo la quale «alle apparecchiature contemplate dal decreto legislativo 9 maggio 2001, n. 269 (…) non sono applicabili i limiti di esposizione definiti per gli impianti radioelettrici fissi per telecomunicazioni e radiotelevisivi».
In parole povere, secondo quanto denunciano i comitati, «le apparecchiature come cellulari, iPad, computer, baby phones, non sarebbero più soggette ai limiti di esposizione fissati dal D.P.C.M. 2003, con la conseguenza che questi apparecchi potranno essere immessi sul mercato con le potenze ed emissioni che i produttori riterranno più opportune».
   E così «ogni produttore potrà contemplare le potenze di campo elettromagnetico che riterrà più opportune per il prodotto», ribadisce Giuseppe Teodoro, del Coordinamento dei Comitati Romani contro l’elettrosmog. «Siamo di fronte a un’iniziativa molto pericolosa», commenta amaro l’oncologo dell’associazione Medici per l’ambiente-Isde Antonio Marfella. «Già adesso ci sono impianti fuori norma, se non addirittura abusivi. E i controlli sono scarsi. Figuriamoci come potrebbero aumentare le giungle selvagge di tralicci che, spesso, non sono nemmeno piazzati a distanza di sicurezza l’uno dall’altro, comportando un aumento delle emissioni globali dell’intero luogo dove sono collocati».
«Nessuno è contro il progresso, ci mancherebbe», precisa Marfella, «ma bisogna rispettare dei principi sacrosanti di tutela della salute umana. Quelli vigenti, peraltro, sono stati stabiliti come limiti da non superare per non subire un danno biologico da onde elettromagnetiche. Che sono sempre le stesse di prima, mica sono cambiate! Quindi perché ritoccare i limiti al rialzo?».
Appena nel maggio scorso l’Istituto per la Ricerca sul Cancro dell’Oms ha classificato la radiofrequenza della telefonia mobile come cancerogeno di classe 2B: numerose, poi, le risoluzioni del Parlamento Europeo (4 settembre 2008, 9 febbraio 2009) e del Consiglio d’Europa (23 maggio) che hanno invitato – in controtendenza rispetto al governo italiano – gli Stati membri ad abbassare i limiti di legge per le esposizioni elettromagnetiche.
Se lo sviluppo economico deve avvenire a spese della salute pubblica», avverte Francesca Romana dell’associazione l’Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (Amica), «si rischia di guadagnare qualcosa oggi per ritrovarsi inesorabilmente con un netto aumento della spesa socio-sanitaria nel prossimo futuro a causa dell’aumento di casi di cancro, disturbi neurodegenerativi, infertilità, insonnia, depressione, allergie e di tutte le problematiche legate alle radiofrequenze», In Italia i limiti per l’inquinamento elettromagnetico sono tra i più rigidi d’Europa. Trattandosi di salute umana, più che di vincolo antimodernità dovrebbe essere un esempio da imitare.
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DIFENDERSI DALL’ELETTROSMOG
(premessa al Dossier dedicato a questo tema nell’ultimo numero –novembre 2011- della rivista mensile AAM TERRA NUOVA, in vendita online, in librerie e/o negozi di prodotti biologici)
   Siamo ormai circondati da cellulari, cordless, wi-fi, bluetooth, chiavette, forni a microonde. Quali sono i rischi reali per la salute? E cosa fare per difendersi?
   Avvisaglie, moniti, raccomandazioni e studi ormai non mancano: sono pochi coloro che ancora utilizzano telefono cellulare e tecnologie wireless senza fermarsi almeno un secondo a pensare: “E se poi mi farà ammalare?”. Ma l’abitudine prende il sopravvento, e allora accantoniamo i timori e preferiamo ignorare la vocina che prova a minacciare la nostra tranquillità.
   Eppure quella sulle microonde (artificiali, ben inteso, cioè quelle prodotte dall’uomo) è una storia che vale la pena di raccontare, perchè se la ascoltiamo e la meditiamo senza preclusioni o fanatismi, può aiutarci a utilizzare la tecnologia con maggior senso di responsabilità, maggior consapevolezza e anche maggiore attenzione alla nostra salute e dei nostri figli.
   Degli effetti che le microonde hanno sulla salute si discute e si scrive da anni, ma la comunità scientifica fatica a prendere posizioni nette, probabilmente perché ormai c’è un’applicazione talmente diffusa e il business è talmente redditizio che si fatica ad affrontare la questione in maniera assolutamente oggettiva e senza pregiudiziali. Per gli stessi motivi, non è scontato che tutti gli studi pubblicati siano esenti da conflitti di interesse. Fatto sta che il principio di precauzione, così come in tanti altri casi, non viene nemmeno lontanamente preso in considerazione.
Immersi nelle microonde
Nelle microonde artificiali siamo immersi giorno e notte: telefoni cellulari (secondo l’International telecommunications union, nel mondo sono attivi 5 miliardi di apparecchi mobili, oltre la metà dei
quali utilizzati da bambini o giovani adulti), ripetitori per garantirne il funzionamento, telefoni cordless (2 miliardi nel mondo), tecnologie wireless (cioè che non utilizzano fili ma antenne che diffondono microonde negli ambienti), e poi anche i forni a microonde. Questa esposizione cronica ha indotto numerosi scienziati a studiarne gli effetti sulla salute umana.
Gli effetti non termici
«Finora ci si è concentrati sull’effetto termico di breve periodo, che praticamente non ha il tempo di realizzarsi. È proprio da questo che si trae la conclusione sbagliata, pensando che non ci siano danni» spiega il professor Karl Hecht, già docente di patofisiologia clinica e di neurofisiologia. Infatti, per raggiungere con le microonde un surriscaldamento tale da indurre danni, occorrerebbe un’esposizione abnorme, mentre gli effetti più subdoli sono proprio quelli non termici, «che gran parte della comunità scientifica continua a negare, ma che esistono» testimonia il dottor Francesco Imbesi del Centro tutela consumatori utenti dell’Alto Adige, che da anni si batte per fare chiarezza sull’argomento. «La sindrome da microonde o malattia da frequenze radio venne descritta già nel 1932 e negli anni immediatamente successivi» continua il professor Hecht. Gli effetti biologici non termici sono poi stati confermati anche da studi assai più recenti…
Sempre nell’articolo, da acquistare:
>> I risultato dello studio pubblicato sul Journal of Neurooncology circa i test fra cellulari e DNA
>> Il BioInitiative Report
>> Il rapido sviluppo delle tecnologie wireless e gli effetti sulla salute
>> Tumori e cellulari: lo studio di Levis
>> Gli studi dell’Istituto Ramazzini e i nuovi dati in arrivo
>> Il parere dello Iarc, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro
>> Precauzioni con:
- telefoni cellulari
- ripetitori e antenne
- cordless
- apparecchi wireless
- forno a microonde
Box: Cosa fare?
Le normative italiane, gli ammonimenti dello Iarc, gli effetti genotossici documentati dagli studi… ecco come difendersi dalle radiazioni emesse dall’uso del cellulare.
La versione completa dell’articolo è pubblicata nel numero cartaceo della rivista Terra Nuova – Novembre 2011 disponibile anche come eBook. (TERRA NUOVA)
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ONDE ELETTROMAGNETICHE
   In natura tutto è vibrazione e la materia appare, a prima vista inerte, specialmente a livello macroscopico, ma a livello ultramicroscopico è agitata, come un mare in tempesta.
La scienza medica attualmente ignora, anzi rifiuta anche solo l’eventuale possibilità di una regolazione del metabolismo cellulare e dei vari sistemi organici mediante impulsi elettromagnetici. Per sottolineare l’ottusità di tale confutazione basterebbe osservare le informazioni rapidissime che influenzano i sistemi di difesa del corpo umano all’entrata in circolo di tossine, allergeni, virus e batteri, rapide esattamente come la propagazione di radiazioni elettromagnetiche (EM) e le relative informazioni veicolate.
   Oppure basta osservare le risposte neuro-ormonali mediate dall’ipofisi e dall’ipotalamo a seguito di uno stimolo di paura.
Oramai è saputo che vi è un continuo scambio di energia, di radiazioni, di ioni, di onde elettromagnetiche, di frequenze, tra Cielo e Terra. La Natura e l’Uomo vivono in mezzo a questo complesso interscambio, le nostre cellule cioè sono in stretto contatto con tali campi di forze.
Il DNA, nel nucleo cellulare, non è soltanto un puro elemento biochimico, ma anche e soprattutto una antenna capace di emettere ed assorbire frequenze elettromagnetiche in grado di leggere il contenuto informativo e trasmetterlo in un processo a cascata. Dagli anni Venti molti ricercatori, tra i quali Geoges Lakhovsky, sostennero il ruolo dei campi elettrici prodotti da frequenze di 750 KHz sulla salute umana. La sua convinzione scientifica si può riassumere nell’affermazione: “Ogni essere vivente emette radiazioni, la grande maggioranza degli esseri viventi è capace di ricevere e rilevare onde…” e ancora: “La vita è creata dalle radiazioni, la vita è mantenuta dalla radiazione, la vita è distrutta da uno squilibrio oscillatorio e vibratorio”.   Si potrà perciò comprendere chiaramente che ogni forma di inquinamento elettromagnetico potrebbe, in teoria creare interferenze anche gravi al genere umano. Basti pensare che tale inquinamento ha ultimamente saturato l’ecosistema terrestre di radiazioni o campi elettromagnetici di varie frequenze. E’ un inquinamento invisibile ma anche per questo più pericoloso che può perturbare il campo “personale” di ogni essere vivente alterando le sue capacità di ricevere informazioni e di poterle ritrasmettere senza alcuna interferenza.
Tale perturbazioni sono di quattro categorie base: radiazioni geologiche, cosmiche, biologiche, psicobiologiche.
1) Onde cosmiche: provengono dalle profondità dell’Universo e possono essere nocive o benefiche in relazione alla “filtrazione” degli strati dell’atmosfera e della struttura della crosta terrestre.
2) Onde geologiche: sono quelle che creano la premessa per il funzionamento metabolico, enzimatico, catalitico e quindi energetico della materia. Di queste fanno parte le cosiddette onde di Schumann. Sono onde a brevissimo raggio e di elevata intensità, hanno frequenze che vanno da 1 Hz a circa 1000 Hz e sono prodotte dalla Terra come emissione naturale. Tali onde sarebbero indispensabili all’equilibrio del sistema nervoso centrale e soprattutto del sistema nervoso periferico. Sappiamo oggi, con certezza, che l’eliminazione forzata delle onde di Schumann crea tutta una serie di sintomi e di disturbi psicofisici, come stanchezza, problemi di assorbimento dei cibi, alterazioni dei livelli ormonali, alterazione del sistema immunitario, minore resistenza alle infezioni virali, ecc. Tali onde, vengono però bloccate dall’asfalto delle strade, il cemento e dagli isolanti.
3) Onde biologiche: svolgono il ruolo di armonizzazione vitale delle cellule. Si pensi alle emissioni vibrazionali di erbe, piante, fiori radici, minerali, cristalli, ecc.usate per la terapia delle malattie delle cellule umane, animali e vegetali.
4) Onde psicobiologiche: sono deputate alla trasmissione tra cellula e cellula. Le onde alfa, beta, theta e delta si rapportano con il ritmo vitale delle creature viventi eccitando e mediando l’attività dei due emisferi cerebrali.
Onde Alfa: 7.5-13.5 Hz
Onde Beta: 14-30 Hz
Onde Theta: 4-7 Hz
Onde Delta: 0.5-3 Hz
Fattori di perturbazione energetica che influiscono sulla salute:
1) Disturbi naturali dell’ambiente: corsi d’acqua sotterranei, falde d’acqua paludi, pozzi artesiani, radioattività naturale, falde di petrolio, alcuni minerali, sacche di gas, cavità sotterranee e gallerie, modificazioni dei campi magnetici terrestri, interferenze astrologiche, particelle cosmiche, nodi della rete di Hartmann.
2) Disturbi artificiali: veicoli sotto la camera da letto (garage), canalizzazioni acqua e gas, inquinamenti elettrici, alte e basse frequenze, qualsiasi materiale elettrico e elettronico, forni a microonde, inquinamenti ed emanazioni chimiche, orologi a cristalli liquidi, collant femminili, indumenti sintetici.
3) Perturbazioni individuali:
cause endogene) fattori genetici.
cause esogene) stress, incidenti e traumi, affaticamento, anestesie, interventi chirurgici, malattie infettive e parassitarie, malattie immunitarie e degenerative, occlusioni dentali, ecc.
4) Disturbi paranormali: oggetti caricati negativamente, disturbi dell’aura.
Effetti biologici delle onde elettromagnetiche:
da 25 a 30 MHz (radiofrequenze CB, taxi, ecc) penetrano in tutti i tessuti, nelle ossa e in particolare nel cervello, nel midollo spinale e nel cristallino dell’occhio.
da 88 a 108 MHz (radiodiffusioni FM) penetrano fino a 4 cm di profondità nel cervello, nel midollo spinale e nel cristallino.
da 175 a 216 MHz (banda televisiva UHF) interessano soprattutto i bambini in crescita.
da 614 a 854 MHz (banda V-UHF televisiva e telefonia mobile da 900 a 1800 MHz) penetrano nel cervello fino a 2 cm e hanno una potenza energetica dieci volte superiore a quella delle onde FM
da 2450 a 2.5 GHz (radar, satelliti, forni a microonde) penetrano nel cervello da 0.5 a 1 cm e sono dannose per gli occhi, il sangue ed i microrganismi.
da 10 a 100 GHz (radar militari e forni industriali) penetrano nel cervello per alcuni millimetri, disturbano il sangue e i microrganismi, possiedono una potenza energetica circa diecimila volte superiore rispetto a quella delle onde di 10 MHz.
Pericoli nascosti nelle case:
1) Moquette: si possono produrre elevati campi magnetici camminando su di essa, per effetto dell’attrito. Si può caricare fino ad un valore di 5000 volt. producendo un forte campo elettrico all’interno della stanza.
2) Bocchette aria condizionata: sono fortemente produttrici di cariche elettriche positive, perché l’aria, passando attraverso i fili si carica di tale polarità.
3) Il televisore: è costituito da un grosso tubo catodico che, letteralmente spara gli elettroni sullo schermo, questi oltrepassano e si diffondono nella stanza.
4) Motori: per esempio di frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie irradiano una considerevole energia elettromagnetica nell’ambiente.
5) Materiali sintetici: possono creare non pochi problemi alla salute, poiché tali materiali si caricano elettrostaticamente per strofinio. Esempio ne è l’uso indiscriminato dei collant giorno e notte.
Estrapolato da Onde Elettromagnetiche Claudio Viacava ed. Xenia
LINEE ELETTRICHE
   Quando le linee elettriche trasportano un alto voltaggio, sia che siano sospese o sottoterra, sembra che abbiano degli effetti negativi sulla gente che vive e lavora nelle vicinanze. Gli elettrodi ad alto voltaggio creano campi che si estendono per diverse centinaia di metri e che, come dicono alcuni scienziati, possono scatenare differenti effetti su uomini e animali. In Inghilterra il Dottor Perry ha pubblicato scoperte che dimostrano come la gente che vive in campi magnetici molto alti sia per il 40% più portata al suicidio.
I risultati di ben 20 e passa programmi condotti dalla Marina su volontari indicarono che vi erano effetti biologici potenzialmente pericolosi per la salute umana. Centoventi volontari furono sottoposti a campi di basso livello. Questi test produssero effetti allarmanti. Tutti tranne uno mostrarono una rapida crescita del siero triglicerico (un allarme evidente di problemi cardiaci).
Alcuni scienziati pensano che le condotte interrate siano probabilmente ancora più importanti delle condutture sospese. Recenti ricerche scientifiche suggeriscono anche che i campi magnetici possono non solo influenzare il comportamento individuale delle cellule, ma anche il rateo a cui queste si moltiplicano.
   Aumentando il rischio di proliferazione casuale (cancro). Infatti negli USA e in Svezia, gli studi hanno evidenziato come sia i bambini che gli adulti che vivono nei pressi delle linee elettriche, possano più facilmente ammalarsi di cancro. Studi epidemiologici in Gran Bretagna hanno anche mostrato come i dipendenti delle compagnie elettriche, abbiano il doppio di possibilità di contrarre la leucemia mieloide acuta.
Nonostante il peso crescente delle prove, le autorità continuano a permettere che le abitazioni siano costruite vicino alle linee di distribuzione elettrica.
Articolo tratto da NEXUS NEW TIME edizione italiana n°4
STANDARD DI EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE
The Swiss standard according to The Federal agency for Environment, Forests and Landscape (BUWAL):
Ordinance on Non-Ionizing Radiation Protection
Mobile Phone Towers, exposure limits:
at 900 MHz 4,0 V/m or 4,2 µW/cm²
Radio and TV transmitters, exposure limits:
3,0 V/m or 2,4 µW/cm²
8,5 V/m or 20 µW/cm² for long and middle-wave
Magnetic Field from Power Lines, Substations etc where people spend time:
1 µT or 10 mG
The Italian, public exposure limits for locations where people spend more than 4 hours/day. January 2, 1999:
Decreto 10 settembre 1998 n.381
Mobile Phone Towers and Broadcast 6 V/m or 10 µW/cm²
for other RF/MW exposures:
at 3 MHz-3 GHz 100 µW/cm²
at 3 GHz-300 GHz 400 µW/cm²
Russia, public exposure limit:
at 900 MHz 3,0 V/m or 2,4 µW/cm²
China, public exposure limits:
at 900 MHz 5,0 V/m or 6,6 µW/cm²
ICNIRP, public exposure limit: at 900 MHz 450 µW/cm²
Tratto da FEB – The Swedish Association for the ElectroSensitive
Danni provocati dalle onde elettromagnetiche
Gli effetti che tali radiazioni possono provocare sugli organismi si distinguono in:
1) effetti termici o a breve termine
2) effetti non termici o cronici.
Per effetto termico si intende il riscaldamento del corpo o di sue parti esposte alle radiazioni. La gravità di questo tipo di effetto, va ricercata nel fatto che questo riscaldamento avviene internamente al corpo e non viene percepito dagli organi sensoriali: per l’organismo non è così possibile attivare meccanismi di compensazione. Gli organi con scarsa circolazione sanguigna (che favorisce la dispersione del calore prodotto) e bassa conducibilità termica (fattore negativo ai fini di una efficace dispersione del calore) sono i più colpiti (testicoli, cornea, ecc.).
Che le radiazioni elettromagnetiche influenzino i nostri ritmi fisiologici lo dimostra la ghiandola pineale, situata nella parte posteriore del cervello. Questa minuscola ghiandola a forma di pigna (da cui il nome) secerne melatonina, un ormone che regola, oltre l’umore, il sistema endocrino e riproduttivo. La produzione di melatonina è massima durante la notte e scende al minimo durante il giorno, poiché la luce inibisce il funzionamento della ghiandola. La melatonina, secondo gli studi fatti, sembra essere in grado di proteggere l’organismo da alcune forme di tumore. La sua riduzione in soggetti esposti in modo prolungato spiegherebbe, oltre la promozione di tumori, i vari disturbi riproduttivi e neurologici segnalati da alcune ricerche epidemiologiche.
Negli ultimi anni l’attenzione dei biologi di base si è andata via via spostando dalle mutazioni genetiche ad altri possibili meccanismi responsabili della crescita tumorale. Il prof. Ross Adey, biofisico, che fa ricerca sui campi elettromagnetici sin dalla fine degli anni ’50 ed ha avuto la possibilità di studiare gli effetti di radar e microonde sui militari, afferma: “Gli studi di laboratorio hanno
identificato nelle membrane cellulari la parte dei tessuti che, con tutta probabilità, per prima subisce le interazioni con i campi elettromagnetici a bassa frequenza e i campi modulati a radiofrequenza/microonde.
   Studi epidemiologici hanno attirato l’attenzione verso i Campi elettromagnetici e i campi modulati a radiofrequenza come possibili fattori di rischio per leucemie, linfomi, tumori al seno, melanomi epiteliali, tumori al cervello”.
Nel mondo anglosassone si stanno adottando misure cautelative per i bambini, a fronte di una evidenza scientifica riferita a rischi per la salute derivati da esposizione continuata e inconsapevole a microonde, anche a bassa intensità.
Misure cautelative e restrittive, con specifico riferimento alle strutture scolastiche o comunque destinate a bambini e ragazzi, sono attuate in Nuova Zelanda, in Svezia, in Canada, in Australia e negli Stati Uniti.
In molti paesi, si moltiplicano le proteste da parte di gruppi di cittadini e associazioni, movimenti ambientalisti e gruppi di tecnici (medici, fisici, biofisici, oncologi.).
Conferme sugli effetti tumorali dei campi magnetici provengono dall’autorevole Karolinska Institut di Stoccolma (centro di riferimento dell’OMS e del premio Nobel) e da altre istituzioni scandinave: i risultati dei loro studi epidemiologici indicano un aumento del rischio per esposizioni prolungate a campi magnetici con intensità superiori a 0,2 microTesla.
In Italia, ricercatori come il dott. Franco Merlo (Istituto Nazionale per la ricerca sul cancro), il Prof. Giuseppe Masera (coordinatore di numerose ricerche internazionali sui tumori infantili) e il Prof. Cesare Maltoni (Fondazione europea di oncologia e scienze ambientali, presidente onorario della Società italiana tumori e segretario generale del Collegium Ramazzini) hanno evidenziato da anni il nesso tra l’esposizione a campi elettromagnetici (CEM) a bassa frequenza (a cui nessuno di noi sfugge) e l’insorgenza di leucemie in popolazioni di età pediatrica (0-14 anni): bambini a lungo esposti a valori di CEM 50-60 Hz superiori a 0,2 microTesla – come quelli prodotti dagli elettrodotti ad alta tensione – hanno una probabilità doppia di sviluppare una leucemia rispetto a bambini esposti a livelli inferiori.
   I dati scientifici disponibili, giustificano seri sospetti sulla possibilità che i CEM determinino danni biologici, favorendo la carcinogenesi. I motivi di preoccupazione sono tanto più fondati se riferiti ad un organismo in fase di crescita. Per tali motivi è doveroso cercare di limitare il più possibile l’esposizione dei bambini e in ogni caso, va chiarito che le conoscenze oncologiche indicano che non esistono livelli di salvaguardia assoluta, cioè dosi, anche se basse, tali da essere ritenute assolutamente innocue.
Effetti termici o a breve termine per densità di potenza elettromagnetica irradiata maggiore di 10 milliwatt/cm2:
* variazioni della permeabilità cellulare
* variazione del metabolismo
* variazioni delle funzioni ghiandolari, del sistema immunitario, del sistema nervoso centrale e del comportamento.
per densità di potenza elettromagnetica irradiata maggiore di 50 milliwatt/cm2:
* possibili lesioni cerebrali
* influenza sulla crescita cellulare
* malformazioni fetali
* ustioni interne
* cataratta
* morte per infarto.
Effetti non termici o cronici per intensità inferiore a quella che determina gli effetti termici
* variazione del numero dei linfociti e granulociti (esperimenti su cellule)
* variazioni del livello di anticorpi e delle attività dei macrofagi (esperimenti su animali)
* tachicardia
* dolore agli occhi
* vertigini
* depressione
* limitazione della capacità di apprendimento
* perdita di memoria
* caduta di capelli
nei paesi dell’Est europeo studi hanno evidenziato anche:
* sterilità
* aumento aborti
* abbassamento della fertilità
Secondo l’Agenzia per l’Ambiente degli USA (EPA), su otto studi epidemiologici cinque hanno evidenziato rischi statisticamente significativi associati a:
* neoplasie linfatiche ed emopoietiche
* cancri totali in abitanti (Hawai) in stretta prossimità a torri a radiofrequenze (RF)
* cancro del sistema emopoietico (leucemia, linfoma e linfosarcoma, melanoma e esposizione a radiazione RF) in ufficiali e militari polacchi
Le leggi ed i controlli
L’inadeguata normativa in vigore per gli elettrodotti (D.P.C.M. del 23.4. e D.P.C.M. 28.9.95) indica dei limiti massimi di esposizione in 100 microTesla e distanze da rispettare per i campi elettromagnetici a bassa frequenza di 28, 18 e 10 metri dal filo rispettivamente per elettrodotti da 380, 220 e 132 KV. Questi limiti fanno riferimento a esposizioni di breve durata (effetti a breve termine) e non ad esposizioni prolungate (effetti a lungo termine).
Per i campi elettromagnetici generati da alte frequenze (cellulari) il decreto del Ministero dell’Ambiente n. 381/98 indica i limiti per le radiofrequenze da 100 kHz a 300 GHz.
L’antenna dei telefoni sul tetto solo se tutti i condomini sono d’accordo
* Monza (Milano) 9 marzo 1999 – L’installazione di una antenna sul tetto per la ricezione del segnale dei telefoni cellulari, può avvenire solo se tutti i condomini sono d’accordo. Questo è quanto ha stabilito il giudice del Tribunale civile di Monza, Piero Calabrò, nella causa intentata da due inquilini contro il loro condominio in Via Tevere, 31 a Sesto S. Giovanni.
I due condomini chiedevano che fosse dichiarata nulla la delibera, approvata dall’assemblea a maggioranza semplice il 30 marzo 1998, con cui era stata decisa la locazione alla “Ericsson Telecomunicazioni” del tetto dell’edificio per l’installazione di una stazione radio, con un contratto rinnovabile di nove anni e un compenso di 20 milioni di lire. Il giudice ha dichiarato illegittima la delibera impugnata.
“La richiesta di una maggioranza quantomeno qualificata – ha motivato il giudice – appare ineludibile, atteso l’indubbio carattere innovativo di tale opera sulla cosa comune. E’ nota ed evidenziata dalla stessa giurisprudenza la profonda incertezza, alla luce delle attuali conoscenze scientifiche, che circonda la materia delle conseguenze sulla salute dei cittadini derivanti da vicinanza a stazioni radio a onde o campi elettromagnetici”.
La delibera non ha tenuto in alcun conto, inoltre, anche solo al fine di escluderle, le esigenze di tutela della salute e non ha fornito informazioni sulle caratteristiche dell’impianto e la misura della sua possibile nocività”.”
La Federconsumatori denuncia TIM per pubblicità ingannevole sugli effetti delle onde elettromagnetiche. L’Antitrust avvia il procedimento
* 17 settembre 1999 – Su denuncia della Federconsumatori l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un procedimento sulla pubblicità di TIM relativamente agli effetti dell’elettromagnetismo.
La Federconsumatori ha chiesto all’Autorità di verificare l’ingannevolezza del messaggio pubblicitario della TIM, contenuto in due opuscoli di ampia diffusione, secondo la quale “tutti gli scienziati del Mondo sono concordi nel ritenere che le onde, anche quelle emesse dagli impianti radiomobili non producono effetti dannosi per la salute”.
L’Autorità ha chiesto alla TIM di fornire entro 20 giorni:
i testi completi delle fonti scientifiche alle quali si è attinto per la
predisposizione dei due opuscoli denunciati, con particolare riferimento alle citazioni riguardanti l’Organizzazione Mondiale della Sanità e all’Istituto Superiore di Sanità ed all’Università di Roma ogni utile informazione su:
* “i risultati e le evidenze anonimamente condivisi dalla comunità scientifica circa gli effetti sull’organismo umano prodotti dall’esposizione (anche di tipo prolungato e reiterato) ai campi elettromagnetici generati da apparecchi ed impianti di telefonia mobile;
* l’esistenza di eventuali studi già realizzati, nonché di verifiche ed approfondimenti in corso dai quali si potrebbe evincere l’opportunità di adottare cautele e raccomandazioni circa l’uso prolungato degli apparecchi radiomobili soprattutto in determinate circostanze e per determinate categorie di persone (bambini, donne in gravidanza, portatori di determinate patologie, utilizzatori di strumenti elettromedicali, ecc.);
* i problemi di interferenza elettromagnetica degli apparecchi di telefonia mobile con strumentazioni e dispositivi elettronici: peacemaker, apparecchi acustici, apparecchi elettromedicali, apparecchi di navigazione, ecc.;
* le informazioni disponibili su eventuali casi di particolari intolleranze e reazioni soggettive derivanti dall’esposizione ai campi elettromagnetici generati dagli apparecchi e dagli impianti di telefonia radiomobile.”
Tratto dal Sito dei Verdi Livorno
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Come difendersi dall’ elettrosmog (dal sito http://www.ergoshop.it/ )

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domenica 22 gennaio 2012

LETTERA DI GUCCIONE


POLITICA, GIOVANI, FUTURO, SOLIDARIETA'-GUCCIONE SCRIVE A MONS.NUNNARI
Giovedì 19 Gennaio 2012 09:17
A S.E. MONS.
SALVATORE NUNNARI
ARCIVESCOVO METROPOLITA
DELLA DIOCESI COSENZA-BISIGNANO
S E D E


Cosenza, 17.01.2012

Oggetto: Lettera di risposta alla missiva: “La politica, un servizio all’uomo”


Stimatissimo mons. Nunnari,
ho molto apprezzato la Sua decisione di scrivere una lettera con cui Ella esorta quanti sono impegnati in politica ad un servizio di alta qualità che nelle attuali congiunture sociali ed economiche chiede una “svolta” culturale nella quale essi stessi sappiano dare da una parte spazio alle giovani generazioni, dall’altra essere modelli di vita.
Le confesso che non ho alcun imbarazzo nell’affermare che ho condiviso gran parte della Sua analisi.
L’unica cosa su cui nutro qualche perplessità è il continuo ed esclusivo riferimento della questione morale alla sfera della politica e dei politici.
Siamo proprio sicuri, mi domando e Le domando, che all’origine della crisi che oggi pervade e attanaglia la nostra società, ci sia solo un malinteso e distorto modo di intendere la gestione della cosa pubblica?
O non è vero, invece, che questo malessere sia sempre più diffuso e capillare e abbia ormai coinvolto tutti i livelli della nostra vita sociale, religiosa, economica e culturale?
Ho l’impressione, ma le confesso che è più di un’impressione, che soprattutto negli ultimi quindici anni si sia progressivamente affermata nel nostro Paese una società divisa in “caste” in cui sono aumentati gli egoismi ed è fortemente cresciuta la deresponsabilizzazione di fronte ai problemi del Paese.
Ognuno, insomma, ha cercato di costruire il “proprio orticello”, difendendo i propri interessi e quelli dei propri amici e al “Bene Comune” non ha pensato più nessuno.
Mi riferisco alle forze sociali, alle università, al mondo della scuola, al mondo cattolico…
Anche questi soggetti, in modo diverso, mutatis mutandis, hanno vissuto la stessa lunga notte di crisi della responsabilità che ha vissuto la politica.
E allora, perché non chiamare anche loro allo stesso sussulto di dignità e di responsabilità a cui vengono esortati la politica  e  gli uomini politici?
Perché non chiedere anche a costoro di emendarsi, cambiando atteggiamento e diventando anch’essi punti di riferimento e modelli di vita?
Dico ciò non per fare di tutta l’erba un fascio o per assolvere tutti con la solita formula del “mal comune mezzo gaudio”, ma perchè non siano avviliti e mortificati ulteriormente anche quegli uomini e quelle donne che non hanno mai cessato di credere che una “buona politica” sia ancora possibile e praticabile, nonostante tutto.
Il rischio che, a mio sommesso parere, dobbiamo tutti evitare assolutamente è, insomma, la generalizzazione diffusa e demagogica che crea solo confusione, giustizialismo a buon mercato e incoraggia atteggiamenti antipolitici che, quando si scatenano, travolgono tutto e tutti e che, anche nella storia recente, sono quasi sempre stati causa di rimedi peggiori del male.
La politica, per prima, deve fare un bel bagno di umiltà, cambiando passo e direzione, introducendo un nuovo metodo di selezione e di reclutamento della rappresentanza e scrivendo regole nuove di funzionamento e di gestione dei partiti, che non possono più essere controllati da cerchie ed oligarchiche ristrette che decidono tutto ed il contrario di tutto.
La battaglia per la riforma dell’attuale legge elettorale, in questo senso, può rappresentare un serio inizio di cambiamento, restituendo ai cittadini il potere di poter scegliere ed eleggere i propri rappresentanti.
Ma tutti, tutti quanti, nessuno escluso, abbiamo il dovere di restituire ai giovani, soprattutto ai giovani e alle donne, il diritto al futuro, dando loro la speranza che un giorno potranno costruire qualcosa di più grande e di più bello rispetto a quello che hanno costruito i loro genitori.
Tutto ciò passa attraverso il lavoro, che è per l'uomo l’unico strumento di realizzazione e di dignità sociale.
Mai come in questa fase di emergenza del Paese la precarietà e la disoccupazione uccidono la speranza di migliaia di giovani lavoratori italiani e calabresi, che oggi più che mai sono ridotti a merce intercambiabile dall'attuale sistema economico.
Che stiamo facendo per restituire ai giovani la dignità, la voglia e l’entusiasmo per essere artefici e protagonisti veri del proprio destino e del proprio futuro?
Io credo: poco o nulla. E lo dico facendo innanzitutto una forte ed impietosa autocritica come consigliere regionale e come esponente di un partito che, pur sforzandosi, non è ancora riuscito ad indicare una strada concreta per uscire dalla crisi.
Ho la sensazione che molti di noi si limitano soltanto a fare parole su temi così importanti e decisivi ma, nei fatti, non si percepisce nessun cambiamento reale.
Occorre un progetto, un piano straordinario per il lavoro, delle idee che si concretizzino in una proposta operativa e concreta che abbia alla base soprattutto un principio, che è il più grande di tutti, e che è il valore della solidarietà.
“Non c’è comunità –ha detto di recente il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano- senza solidarietà”.
Un concetto che il mio partito ha immediatamente condiviso e che Bersani ha fortemente rilanciato.
Io mi permetto di aggiungere che non c’è libertà, non c’è futuro se manca la solidarietà.
Vogliamo cominciare a ragionarne? Vogliamo uscire dalle affermazioni e dalle fumosità intellettuali e consegnare ai giovani un pacchetto di idee e di proposte da cui poter ripartire per costruire una Calabria più bella, più giusta, più umana e più solidale in un grande Paese come l’Italia?
La Chiesa può svolgere in questo senso un compito autorevole ed insostituibile favorendo un clima di ritrovata pace sociale che renda agevole e concreta la possibilità per un impegno di tutti.
Cordialmente
Carlo Guccione
Consigliere regionale Pd

venerdì 20 gennaio 2012

PRESIDI IDRAULICI IN CALABRIA???



SONO PASSATI ANNI E ANCORA NULLA DI FATTO PER L'ISTITUZIONE DEI PRESIDI IDRAULICI IN CALABRIA -
DI COSA SI DISCUTEVA  AL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA SABATO 28 Dicembre 2001 - un breve passo -

Signor Presidente, colleghi consiglieri, onorevoli assessori, oggi approviamo uno strumento molto importante per la Regione Calabria, anche se con un po’ di ritardo rispetto agli impegni assunti nel dopo Soverato. L’utilità dello strumento l’ha espressa molto bene il Presidente della Commissione, l’onorevole Senatore: è uno strumento che finalmente va a legiferare su molte problematiche esistenti nel nostro territorio.
Grande lavoro è stato espletato dai sorveglianti idraulici per la realizzazione di questo Piano, tanto c’è ancora da fare e oggi chiedevo al Presidente della Commissione, lo chiedo oggi ufficialmente al Presidente del Consiglio, che venga messa in discussione nella prossima seduta della Commissione ambiente e territorio la proposta di legge su cave e torbiere, che è un altro anello molto importante per la tutela del nostro territorio.
Ho approvato il Piano in Commissione con una osservazione: il Piano non può che essere ancora più funzionale solo se funzionano tutti i 14 sottoambiti. Quindi vanno creati dei presìdi dell’Autorità di bacino ambito per ambito, affinché questi ambiti vengano costantemente monitorati, ripuliti e adeguati alle esigenze del territorio.
Pertanto, abbiamo presentato un emendamento all’articolo 15 bis per creare le condizioni per l’istituzione dei sottoambiti di bacino, perché noi riteniamo che se non ci sono i sottoambiti funzionanti, questo Piano rimane sulla carta.
Quindi, a prescindere dal lavoro intenso che si sta facendo e si farà per quanto riguarda il “112”, riteniamo che sia fondamentale per il funzionamento del Piano stralcio sull’assetto idrogeologico mettere in questo progetto di legge già dei punti fermi per il funzionamento del Piano stesso. Credo che solo così facciamo un servizio alla Calabria e ai calabresi, per evitare che succedano disgrazie e che ad ogni minima pioggia si abbiano problemi idrici, alluvioni, frane e quant’altro.
Il territorio va curato con le capacità e le professionalità che in questi anni i legislatori calabresi hanno avuto modo di far funzionare. Allora noi dobbiamo potenziare questo servizio, preservando, lavorando e manutenendo bene le nostre aste fluviali. Credo che oggi ci siano tutte le condizioni per mettere in atto questo passaggio di presìdio integrato di bacino con monitoraggio, sorveglianza e manutenzione dei corsi d’acqua.
Il presìdio viene istituito in forma stabile e continuativa per ciascuna delle aree di programma di cui alla legge regionale 35 del ’96. La programmazione delle attività, nonché l’organizzazione dei presìdi, viene affidata all’Autorità di bacino, mentre la gestione amministrativa e della realizzazione degli interventi viene affidata alle strutture dipartimentali regionali di competenza. Al presìdio integrato di bacino sono demandate le attività di polizia e sorveglianza idraulica di cui alla legge 305 del 2000, articolo 2.
Per tale attività si utilizzeranno con progetto demandato all’Autorità di bacino lavoratori idraulico-forestali attualmente in servizio, oltre al personale già qualificato nell’ambito dell’attività di sorveglianza idraulica effettuata dalla Regione Calabria.
Credo che sia fondamentale che questo progetto di legge venga integrato da questo emendamento per far sì che rendiamo un servizio valido alla Calabria. "-
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