venerdì 1 febbraio 2013

MOTTA SAN GIOVANNI. Sequestrati i depuratori di Oliveto, San Vincenzo e Castelli


MOTTA SAN GIOVANNI. Sequestrati i depuratori di Oliveto, San Vincenzo e Castelli

MOTTA SAN GIOVANNI. Posti i sigilli ai tre impianti di depurazione delle acque reflue urbane ubicati nelle località Oliveto, San Vincenzo e Castelli. Il sequestro è stato eseguito da personale militare del Nucleo operativo difesa mare della Capitaneria di porto di Reggio Calabria insieme ai tecnici del Servizio acque dipartimento Arpacal di Reggio Calabria. Lo scorso 22 gennaio, sentito il magistrato di turno della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, sono stati sottoposti a sequestro preventivo d’urgenza, i tre impianti di depurazione ubicati in località Oliveto, San Vincenzo e Castelli e i registri di carico-scarico rifiuti dei tre impianti. Gli investigatori della Capitaneria di porto, hanno accertato che i depuratori, così come segnalato in una denuncia formulata da parte di una associazione ambientalista locale, erano in totale stato di abbandono da diverso tempo, inattivi e quindi i reflui, senza subire alcun tipo di processo depurativo, si riversavano direttamente nei torrenti Oliveto e San Vincenzo per poi terminare in mare. Al momento del sopralluogo non vi era personale preposto dedicato alla gestione dei depuratori e inoltre all’interno delle strutture, sono stati rinvenuti reflui maleodoranti stagnanti, notevoli quantitativi di fanghi solidificati e sabbie, circostanze riconducibili ad un non corretto smaltimento dei fanghi di depurazione in violazione ai dettami in materia di deposito temporaneo del Testo Unico Ambientale.
Da una attenta disamina dei registri dell’impianto e da informazioni acquisite durante le fasi di accertamento è emerso che dalla data di cessazione dell’incarico di gestione dei servizi ad una ditta specializzata (ottobre 2012), gli impianti non sono stati sottoposti a manutenzione e gestione da parte di alcuno. E’ stato inoltre accertato che le stazioni di sollevamento di testa, ubicate nella frazione Lazzaro e precisamente nei pressi dei torrenti Oliveto e San Vincenzo erano inattive, ed i relativi scarichi di emergenza (troppo pieno) scaricavano i relativi liquami fognari direttamente sia sul torrente che a mare senza subire alcun trattamento depurativo, creando pertanto danni all’eco-sistema marino costiero. Tali anomalie causavano il mancato afflusso delle acque reflue urbane ai due impianti predetti. Anche presso il depuratore in località Castelli, è stata accertata la mancata depurazione delle acque reflue poiché gli stessi, anziché immettersi nel ciclo depurativo tracimavano dalla condotta di adduzione nei piazzali interni al perimetro dell’impianto, nei terreni circostanti e lungo la strada antistante il depuratore per confluire dopo aver attraverso la cunetta stradale (lato monte) per circa 30 metri, nel torrente Oliveto.
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria Antonino Laganà, su richiesta di convalida del sostituto procuratore Sara Amerio della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha convalidato le attività eseguite dal personale della Guardia costiera, emettendo proprio decreto di sequestro preventivo dei tre impianti. La stessa Autorità giudiziaria ha affidato al Sindaco del Comune di Motta San Giovanni la custodia giudiziaria con facoltà d’uso dei depuratori, al fine di consentire all’amministrazione comunale l’urgente messa in funzione ed il ripristino delle anomalie riscontrate in sede di accertamento, con l’urgente preliminare smaltimento dei fanghi ivi depositati. “La corretta gestione degli impianti di depurazione in generale, compreso il corretto smaltimento dei rifiuti ivi prodotti, devono essere gli obiettivi che ogni amministrazione pubblica deve perseguire, al fine permettere la corretta salvaguardia dell’intero ambiente marino-costiero. In tal senso gli uomini della Guardia Costiera, proseguiranno nelle attività di monitoraggio avviate negli ultimi anni per perseguire quel percorso di legalità che miri ad una prevenzione a 360° dell’intero territorio, in ossequio alle direttive della locale Procura della Repubblica”.

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