mercoledì 20 febbraio 2013

Ponte sullo Stretto, Alfano: “opera strategica per il futuro del sud”


Ponte sullo Stretto, Alfano: “opera strategica per il futuro del sud



Il ponte sullo Stretto ”e’ un’opera strategica per il futuro di questa area del sud. E dico di piu’: non del sud Italia ma del sud dell’Europa”. Lo ha detto Angelino Alfano parlando con i giornalisti a Catanzaro. ”Prima che noi arrivassimo al governo, nella precedente legislatura – ha aggiunto – i piani di trasporto europeo, con i cosiddetti corridoi, si fermavano molto piu’ su. Solo grazie a questa grande infrastruttura e’ stato immaginato un corridoio Berlino-Palermo che infrastrutturera’ robustamente anche la Calabria oltre che la Sicilia. Ma nel frattempo, grazie al governo Scopelliti e grazie al suo rapporto col governo nazionale non abbiamo dimenticato le opere strategiche interne alla Calabria che sono state finanziate ed in parte avviate e saranno completate”. ”Il piano di infrastrutturazione della Calabria – ha concluso Alfano –trovera’ nel nostro nuovo governo un punto di riferimento essenziale

lunedì 11 febbraio 2013

Benedetto XVI annuncia le sue dimissioni: ecco il testo integrale


CITTA' DEL VATICANO - In curia l'annuncio choc di Papa Ratzinger ha lasciato tutti di stucco. E mentre i giuristi cercano di capire come procedere dal punto di vista canonico ad organizzare le dimissioni del papa attuale e successivamente l'elezione del nuovo pomtefice, i bookmaker inglesi sono già al lavoro e si scommette sul nuovo Papa. Chi potra sostituire Ratzinger al soglio di Pietro? 

Tra i nomi piu accreditati di curia ci sono i cardinali Ravasi, Piacenza e il prefetto della congregazione dei vescovi, Ouellet, un canadese che gode da tempo della grande stima di Benedetto XVI. Tra gli italiani che ricoprono un icarico diocesano il meglio piazzato è forse Angelo Scola, arcivescovo di Milano. Teologo, autore di decine di libri, allievo prediletto di don Giussani, Scola è sicuramente tra tutti i porporati il più conosciuto a livello internazionale per la sua attivita di conferenziere e per avere animato, quando era patriarca a venezia, il centro Oasis per il dialogo interreligioso ed ecumenico.

Ecco chi vota. 
A oggi, 11 febbraio 2013, i cardinali elettori sono 118. Il numero definitivo di cardinali che potranno entrare in Conclave ovviamente dipenderà della data ufficiale.

Elettori: 118 51 creati da Giovanni Paolo II 
67 creati da Benedetto XVI

Non-elettori: 91 
2 creati da Paolo VI 
72 creati da Giovanni Paolo II 
17 creati da Benedetto XVI 

Totale: 209 
2 creati da Paolo VI 
123 creati da Giovanni Paolo II 
84 creati da Benedetto XVI

Entro la fine di marzo compieranno 80 anni 4 cardinali che oggi sono elettori e dunque perderanno tale facoltà. 
1. Lubomyr Husar, M.S.U., 26 febbraio 26, 1933 - Ucraina
2. Walter Kasper, 5 marzo 1933 - Germania
3. Severino Poletto, 18 marzo 1933 - Italia
4. Juan Sandoval Íñiguez, 28 marzo 1933 - Messico



 

Benedetto XVI annuncia le sue dimissioni: ecco il testo integrale


"Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa". Cosi comincia il testo dell'annuncio delle dimissioni di Papa Benedetto XVI. "Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio - prosegue il documento - sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino.
Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato.
Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l'elezione del nuovo Sommo Pontefice".
"Carissimi Fratelli - conclude il Papa - vi ringrazio di vero cuore per tutto l'amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell'eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio".
11 febbraio 2013


mercoledì 6 febbraio 2013

Il dissesto idrogeologico in Italia


Il dissesto idrogeologico in Italia


alluvione Sestri PonenteIl dissesto idrogeologico è quell’insieme di fenomeni negativi, spesso drammatici, legati all’azione erosiva dell’acqua e alla natura geologica del terreno.
L’Italia è un Paese vulnerabile dal punto di vista idrogeologico, poiché si tratta di un territorio prevalentemente montuoso, fatto di rocce poco compattate e poco resistenti all’erosione.
La superficie del territorio italiano a rischio idrogeologico è pari a 21.504 km2, di cui 13.760 per frane e 7.744 per alluvioni: il 7,1% della superficie nazionale. I comuni interessati sono 5.553, pari al 68,8% del totale.
In queste statistiche la Liguria, purtroppo, compare piuttosto in alto. Il suo territorio montuoso e geologicamente giovane la rende esposta al dissesto, soprattutto in Appennino, dove sono diffuse rocce sedimentarie argillose, facilmente soggette a franamento.
Ma le catastrofi come alluvioni, inondazioni, frane, smottamenti hanno cause esclusivamente “naturali”? Anche in presenza di piogge eccezionalmente forti e persistenti, i molti interventi umani sbagliati, fatti su un territorio già di per sé poco stabile come quello italiano, hanno portato col tempo ad una grave situazione di dissesto idrogeologico.
Fra le prime cause c’è la distruzione del nostro patrimonio forestale dovuta al taglio eccessivo e ai ripetuti incendi, che ha portato in molti casi alla totale scomparsa della copertura vegetale. Con la conseguente erosione, i suoli hanno perso molta della loro fertilità, e sono stati quindi destinati al pascolo, prima bovino e poi ovino e caprino, impedendo così il ritorno della vegetazione naturale boschiva, al punto che oggi sembra difficile evocare l’immagine di certe nostre montagne, un tempo, ricoperte di fitte foreste. Tutto ciò sta portando, anche nel nostro Paese, a veri e propri fenomeni di desertificazione, con la scomparsa pressoché totale del suolo.

Non hanno migliorato la situazione altri fattori di dissesto, come la coltivazione di cave e la costruzione di strade e di edifici; tali interventi, preceduti in genere da grossi tagli di sbancamento, non sarebbero di per sé dannosi, se fossero realizzati con le necessarie cautele, e con le opportune tecnologie.
Ma non crediamo che esistano tecnologie “opportune” quando si costruiscono edifici proprio nel letto dei torrenti, in barba non solo a tutte le disposizioni urbanistiche vigenti, ma anche al buon senso. Ce lo hanno tristemente ricordato le recenti alluvioni in Veneto, Liguria, Sicilia, Calabria, Campania e Toscana, che con queste tragedie hanno dimostrato ancora una volta (ma non ne sentivamo il bisogno) che infrangere le leggi della Natura, prima o poi, si paga.

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venerdì 1 febbraio 2013

MOTTA SAN GIOVANNI. Sequestrati i depuratori di Oliveto, San Vincenzo e Castelli


MOTTA SAN GIOVANNI. Sequestrati i depuratori di Oliveto, San Vincenzo e Castelli

MOTTA SAN GIOVANNI. Posti i sigilli ai tre impianti di depurazione delle acque reflue urbane ubicati nelle località Oliveto, San Vincenzo e Castelli. Il sequestro è stato eseguito da personale militare del Nucleo operativo difesa mare della Capitaneria di porto di Reggio Calabria insieme ai tecnici del Servizio acque dipartimento Arpacal di Reggio Calabria. Lo scorso 22 gennaio, sentito il magistrato di turno della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, sono stati sottoposti a sequestro preventivo d’urgenza, i tre impianti di depurazione ubicati in località Oliveto, San Vincenzo e Castelli e i registri di carico-scarico rifiuti dei tre impianti. Gli investigatori della Capitaneria di porto, hanno accertato che i depuratori, così come segnalato in una denuncia formulata da parte di una associazione ambientalista locale, erano in totale stato di abbandono da diverso tempo, inattivi e quindi i reflui, senza subire alcun tipo di processo depurativo, si riversavano direttamente nei torrenti Oliveto e San Vincenzo per poi terminare in mare. Al momento del sopralluogo non vi era personale preposto dedicato alla gestione dei depuratori e inoltre all’interno delle strutture, sono stati rinvenuti reflui maleodoranti stagnanti, notevoli quantitativi di fanghi solidificati e sabbie, circostanze riconducibili ad un non corretto smaltimento dei fanghi di depurazione in violazione ai dettami in materia di deposito temporaneo del Testo Unico Ambientale.
Da una attenta disamina dei registri dell’impianto e da informazioni acquisite durante le fasi di accertamento è emerso che dalla data di cessazione dell’incarico di gestione dei servizi ad una ditta specializzata (ottobre 2012), gli impianti non sono stati sottoposti a manutenzione e gestione da parte di alcuno. E’ stato inoltre accertato che le stazioni di sollevamento di testa, ubicate nella frazione Lazzaro e precisamente nei pressi dei torrenti Oliveto e San Vincenzo erano inattive, ed i relativi scarichi di emergenza (troppo pieno) scaricavano i relativi liquami fognari direttamente sia sul torrente che a mare senza subire alcun trattamento depurativo, creando pertanto danni all’eco-sistema marino costiero. Tali anomalie causavano il mancato afflusso delle acque reflue urbane ai due impianti predetti. Anche presso il depuratore in località Castelli, è stata accertata la mancata depurazione delle acque reflue poiché gli stessi, anziché immettersi nel ciclo depurativo tracimavano dalla condotta di adduzione nei piazzali interni al perimetro dell’impianto, nei terreni circostanti e lungo la strada antistante il depuratore per confluire dopo aver attraverso la cunetta stradale (lato monte) per circa 30 metri, nel torrente Oliveto.
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria Antonino Laganà, su richiesta di convalida del sostituto procuratore Sara Amerio della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha convalidato le attività eseguite dal personale della Guardia costiera, emettendo proprio decreto di sequestro preventivo dei tre impianti. La stessa Autorità giudiziaria ha affidato al Sindaco del Comune di Motta San Giovanni la custodia giudiziaria con facoltà d’uso dei depuratori, al fine di consentire all’amministrazione comunale l’urgente messa in funzione ed il ripristino delle anomalie riscontrate in sede di accertamento, con l’urgente preliminare smaltimento dei fanghi ivi depositati. “La corretta gestione degli impianti di depurazione in generale, compreso il corretto smaltimento dei rifiuti ivi prodotti, devono essere gli obiettivi che ogni amministrazione pubblica deve perseguire, al fine permettere la corretta salvaguardia dell’intero ambiente marino-costiero. In tal senso gli uomini della Guardia Costiera, proseguiranno nelle attività di monitoraggio avviate negli ultimi anni per perseguire quel percorso di legalità che miri ad una prevenzione a 360° dell’intero territorio, in ossequio alle direttive della locale Procura della Repubblica”.