giovedì 9 gennaio 2014

UNO SPACCATO DI UNA CALABRIA CHE FU'.........




1.  RIFORMA AGRARIA E RISTRUTTURAZIONE FONDIARIA DELL'ASPROMONTE

 Agli inizi degli anni ’50, le difficili condizioni di vita della maggior parte della popolazione davano luogo a crescenti forme di insubordinazione sociale. Fin dai tempi del fascismo, la classe subalterna aveva provocato un clima di scontro sociale e politico nei confronti dei proprietari locali, ottusamente legati alla difesa dell’assetto fondiario e di un ordine sociale fondato sul monopolio della terra e poco propensi all’investimento agricolo.

I piccoli proprietari, invece, non erano in grado di dar vita ad un'imprenditorialità piccolo-capitalistica capace di affrontare i mercati esterni, poichè l'azienda contadina locale, aveva limitate risorse finanziarie provenienti dalla gestione della terra, da piccole attività artigianali, dall'allevamento e da occupazioni stagionali e precarie, insufficienti a condurre ad un processo di modernizzazione.

Risposta urgente al movimento di occupazione delle terre manifestatosi in tutta la Calabria fu la Riforma agraria.

I provvedimenti della Riforma furono applicati attraverso gli Enti di Riforma. Nella provincia di Reggio fu affidata all'Opera per la Valorizzazione della Sila (OVS) che entrò in possesso anche di una parte dei terreni del latifondo aspromontano.

L'assegnazione ai contadini delle terre da parte dell’Ente seguì criteri di tipo politico-assistenziale incapaci di affrontare i gravi problemi.

 

4.   CRISI DEL SETTORE AGRICOLO E NUOVA DIPENDENZA (1951-71)

  Agli inizi degli anni Cinquanta il Comune di S. Roberto era una comunità rurale ancora fortemente arretrata ed isolata. Il capoluogo aveva caratteri tipicamente medioevali, con una struttura antiquata a livello del tessuto urbano, e con un edilizia che conservava elementi di arretratezza.

L'economia era fortemente dominata dalla produzione agricola del fondovalle, ma a partire dagli anni 60, le vicende economiche e sociali, determinarono una riduzione della popolazione attiva in agricoltura che si riversò  nel settore del commercio e delle costruzioni oppure emigrò verso il Nord e l'Europa occidentale, e verso le aree costiere.

In tali anni il rapporto investimenti fissi/risorse disponibili era tra i più bassi e gli incrementi nell'occupazione extra-agricola riguardavano le attività terziarie pubbliche e private, le attività di costruzione e le opere pubbliche: cioè tutti i settori connessi alle risorse pubbliche di origine esterna, cha ha portato nel comune un intenso decremento demografico con un invecchiamento della popolazione e bassi tassi di natalità, infatti dal censimento del 1971 risulta un incremento della popolazione d'età dai 6 ai 14 anni, e una diminuzione delle classi d'età dai  14 ai 25 anni, mentre oltre i 45 anni si ha un deciso aumento.

6.   CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITA' ECONOMICHE, 1971

Agricoltura: Ditte 1

Foreste (industria boschiva, autotrasporto merci, industria edile, stradale, costruzione acquedotti, fognature, strade interpoderali) : Ditte 5

Attività trasformatrici annesse ad aziende agricole che lavorano esclusivamente e prevalentemente prodotti propri. Ditte 8

Estrazione materiale da cava (estrazione sabbia. pietra e pietrisco da cava, autotrasporto merci, industria edile, stradale, idraulica: Ditte 3

Industria molitoria e della pastificazione: Ditte 2

Industria idro-minerale e delle bevande anal­coliche industrie del vestiario, abbigliamento, arredamento ed affini 1

industria calzature: Ditte 2

Negli anni '60 si era andata formando una modesta industria manifatturiera legata ad attività trasformatrici connesse ad aziende agricole e al settore delle costruzioni a livello artigianale Si trattava di attività connesse al settore alimentare, o di imprese di costruzione edilizia, stradali ed idrauliche, con pochi addetti.

Ma già agli inizi degli anni '70 il sistema dipendeva dall’importazione di  prodot­ti di marche conso­lidate a livello nazionale e assicuravano un utile certo che non dava spazio alle iniziative locali, anzi i prodotti locali, specialmente quelli alimentari, venivano scartati a favore dei prodotti etichettati di provenienza esterna. La dimensione dei negozi era limitata o limitatissima con alti costi d'esercizio che venivano scaricati sul consumatore.

Molti ambulanti, offrivano merce a prezzi  superiori di molto  alla media di quelli praticati nelle aree urbano-costiere. L’alto costo delle carni macellate, portava ad un alto indice di macellazione clandestina, o "familiare".

La condizione degli insediamenti evidenziava ancora agli inizi degli anni '70 il carattere rurale delle residenze che si accentuava nelle frazioni minori di Bolano, Colelli e S. Peri, inoltre la presenza di molti alloggi la cui abitabilità per condizione d'igiene e salubrità e per dotazione di servizi era del tutto inadeguata, con un'alta percentuale di abitazioni sfornite di acqua potabile e servizi igienici determinava una situazione precaria.

La più vicina stazione ferroviaria si trovava a Villa S. Giovanni; i collegamenti con l'esterno e all'interno si svolgevano, e a tutt'oggi si svolgono, lungo la strada provinciale Villa S. Giovanni-Fiumara-S. Roberto, oggi con sufficienti condizioni di percorribilità, e la strada provinciale S. Roberto-Melia-Scilla, con diramazioni per i Piani d'Aspromonte e con la SS. 183 (Strada Statale Jonica dell'Aspromonte) attraverso la strada comunale Melia-Aspromonte.

La rivolta, si collegava all'attribuzione di capoluogo regionale alla città di Catanzaro, anche se la strumentalizzazione politica fatta dai mezzi d'informazione nazionale, e gli aspetti municipalistici, effettivamente esistenti, tendevano a sviare la grave crisi economica e sociale di una città per la quale il "pennacchio" di capoluogo significava solo nuovi posti di lavoro. Già dall'Ottocento la nostra provincia veniva sempre più collocata in periferia,  non solo a scala nazionale, ma anche regionale.

La ricostruzione dello Stato in chiave efficientista, era possibile solo facendo leva su di un ente locale quale la Regione, fornito di poteri legislativi in grado di rompere i processi di accentramento realizzati nel corso della vita politica del paese.

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LE RACCOGLITRICI DI OLIVE IN CALABRIA NEL 1959. IL LAVORO DELLE DONNE

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La REDAZIONE: IN RICORDO DI TUTTE QUELLE DONNE CHE HANNO POPOLATO LE CAMPAGNE E CONTRIBUITO  CON LA LORO FATICA ALL'ECONOMIA DELLE LORO FAMIGLIE E DELL'INTERA CALABRIA.

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